lunedì 24 giugno 2013

🏥La Nave dei Templari


ANTEPRIMA del

Racconto: fantasy, storico

di  

Valentin P.  Elli

 

LA NAVE  DEI TEMPLARI

 

PROSSIMA PUBBLICAZIONE IN AUTUNNO 

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    Gli occhi del serpente brillavano, neri come ossidiana, il fuoco del rogo, lo alimentava solo il vento, che non mancava mai su quel lato della Senna. Un marzo freddo, quell'anno del 1314 a Parigi, nessuno pensava alle stagioni o al tanfo di quella carne bruciata che era stata la gloria e il vanto del regno di Francia.
Un villano affacciò dal ponte sulla Senna e sputò nel fiume, imprecando a gran voce contro la terribile crisi finanziaria che il "potere bancario" di quei "cani dei templari", aveva provocato in tutti gli stati d'Europa e in Terrasanta.
Era necessario. Si! Era necessario che bruciassero pure tutti quanti, per tornare alla normalità, basta con la miseria! Perchè piangere?
Avevano tradito la croce santa, fatto affari con i musulmani, e il doppio gioco con l'Orda d'Oro, i pericolosi mongoli. Senza render conto a nessuno delle immense ricchezze accumulate, frutto del commercio con il demonio stesso.
Una folata di vento scompose le ceneri che formavano il corpo avvolto di un enorme serpente dagli occhi di brace, alzandolo in volo.
Rinaldo stava tra le guardie che avrebbero ripulito tutto gettando i poveri resti carbonizzati nella corrente del fiume.
Le grida del villano attirarono gli sguardi delle altre guardie, tutti dovevano tenersi a distanza. Non fu un pensiero, o un istinto, semplicemente lo tolse dalle braci e lo nascose ancora caldo, sotto il mantello pesante. Cosa poteva farsene del teschio di Jacques de Molay il Gran Maestro dei rinnegati ?

Un attimo di follia che avrebbe pagato con la vita. Non dovevano scoprirlo, si mise a ridere e ad imprecare a sua volta, aveva una gran voglia di ubriacarsi.
Finalmente, l'alto prelato senza avviciarsi al rogo, diede il consenso ai forconi perchè gettassero tutto nel fiume.
Era finita, ma non per Rinaldo che si sentiva osservato da occhi invisibili, brillanti e neri come quelli che erano stati nel teschio si stava portando a casa...
Aveva avuto una mezza idea di gettarlo nei resti dei falò accesi in tutti i vicoli di Parigi per festeggiare Saint Joseph. Chi avrebbe fatto caso al teschio ? Ma forse qualcuno avrebbe capito la provenienza.​ Pochissimi sapevano il luogo esatto del rogo, volutamente acceso la notte in cui ardono le molte vampe dedicate al santo.
Camminava dandosi del pazzo. Si accorse dell'ombra che lo seguiva, quando sentì una morsa di ferro che gli stritolò la spalla.
Zitto o sei morto!”.
Rinaldo vide il riverbero della lama di un coltello piantato nella sua clavicola, cercò di estrarre la spada ma l'estraneo gli torse il braccio all'indietro.
Dammi quello che tieni nascosto, o ti taglio la gola”. Per poco non gli rise in faccia... Era proprio quello che voleva... disfarsi di quel coso, che gli stava addosso come una cozza allo scoglio. In un lampo il teschio, passò di mano. Quando Rinaldo entrò nella taverna estrasse il pugnale che lo sconosciuto gli aveva piantato nella spalla, era una lama dei Cavalieri Templari! Sorrise e si ubriacò.



Ai vespri del 18 Marzo 1314 Jacques de Molay e Geoffrey de Charnay furono portati in una piccola isola della Senna vicino al Palazzo Reale. Davanti al rogo Jacques de Molay si spoglio da solo degli abiti e apparve in camicia. Il volto era sereno. Venne legato al palo. Chiese ai carnefici di sciogliere le corde che gli stringevano i polsi e poi rivolse gli occhi alla Cattedrale di Notre-Dame, che già una volta lo aveva visto testimoniare la sua innocenza, e pregò la Vergine Maria cui San Bernardo aveva dedicato l'Ordine. "Nella Notre-Dame" diceva la regola del Tempio "e nel suo onore, saranno a Dio piacendo, la fine delle nostre vite e la fine della nostra religione, quando a Dio piacerà che sia". La folla presente ribollì in tumulto e per accendere i roghi fu necessario aspettare che si fosse in parte dispersa. Il Maestro, quando le fiamme cominciarono ad avvolgerlo, gridò:"I corpi vanno al Re di Francia, ma le Anime a Dio!".

Era già alto il Sole nel cielo, quando l'oste svegliò malamente Rinaldo che dormiva, raggomitolato nel suo mantello, in un angolo buio della taverna de Chanteloup.
Nascosto fra le pieghe del rude mantello teneva nascosto il pugnale del Templare, a tale ricordo cominciò a dolergli la ferita inflittagli: doveva alzarsi e cercare un cerusico.
Jacques de Molay... aveva assistito al suo rogo e ascoltato le sue ultime parole!


Vi prego di lasciarmi unire le mani per un’ultima preghiera. Morirò presto e Dio sa che e’ ingiusto. Ma io vi dico che la disgrazia cadrà su coloro che ci condannano ingiustamente.” E poi rivolgendosi al papa Clemente V e al re Filippo il Bello aggiunse “Vi affido entrambi al tribunale di Dio, tu Clemente nei prossimi 40 giorni e tu Filippo prima della fine dell’anno”...

Aveva ascoltato quelle parole con la stessa indifferenza che se le avesse pronunciate lo scemo del villaggio. Guardando il pugnale gli sembrò che le ultime parole di de Molay, fossero incise sulla lama, doverva disfarsene prima possibile, non aveva tempo lui, per gli intrighi dei potenti. Entrò dal cerusico, stravaccando sulla sedia disse: -cuci e fai presto, poi svenne. Eppure no, non perse conoscenza, piuttosto se ne aggiunse una nuova, strana, che gli parlava come un cantastorie. Vide sognando, una masnada di Cavalieri Templari che convergevano tutti al porto di La Rochelle, sull'Atlantico, vide se stesso percorrere la rue de Temple, sino a una nave stondata, diversa da tutte, completamente dipinta di nero, nere anche le vele. Un Cavaliere si inginocchiò davanti a lui e raccolse qualcosa dalle sue mani per poi sparire sul ponte della nave. Rinaldo cercò di seguirlo ma uomini armati gli sbarrarono il passo. Sentì un dolore lancinante e la voce del cerusico che diceva: "sei fortunato Rinaldo ti ho ricucito ferite ben peggiori di questa quà..." . Un attimo prima di svegliarsi vide la nave nera che salpava come se volasse sull'acqua e ne intese il nome:


Templaria, la Jolie Rochelle.

Svegliandosi di sopprassalto, Rinaldo, sudato, affannato come dopo una corsa, si sedette sul pagliericcio interrogandosi su quel sogno strano e su quanto gli era accaduto negli ultimi giorni. E stette così, in silenzio, con le braccia che cingevano le gambe e il mento appoggiato sulle ginocchia, e, quando il respiro divenne regolare, la decisione era presa.

"La Rochelle​, Commenda dei Templari, porta dell'ignoto! Ci andrò e mi imbarcherò con loro...".
La Rochelle​, una distanza considerevole separava Rinaldo, dal Cavaliere che lo aveva pugnalato... quasi un giorno di vantaggio. Sarebbe arrivato in tempo per imbarcarsi senza che altri, lo notassero?
Non conosceva le parole di passo... I Templari erano famosi per i loro sofisticati sistemi di riconoscimento, anche lo sguattero di bordo doveva averne uno. L'avrebbero sicuramente scoperto e ucciso. Il buon senso gli suggeriva di desistere da quell'impresa.
Se la la Nave Nera era il suo destino, ebbene quello, sarebbe stato il suo ultimo viaggio. Partì senza dire ne dove, ne quando, soltanto l'oste che gli portò l'otre di vino, lo vide mentre sellava il cavallo e di certo aveva una gran fretta.
Rinaldo era impulsivo, astuto e sapeva far di conto, era cresciuto nella bottega dello speziale​, Charles Lombards, suo padre che gli aveva insegnato il mestiere. Compiaciuto dell'abilità del figlio a maneggiare i denari, aveva allargato la sua principale attività, l'usura. Spesso era Rinaldo che ancora ragazzo, trattava affari con esperti banchieri e prestatari.




Sebbene il concilio di Lione (1274) e il concilio di Vienne (1311)​ condannarono l'attività creditizia dell'usura​ , minacciando di scomunica i Comuni o gli Stati che la permettevano, questo non frenò lo sviluppo dei traffici dei banchieri privati.




Quando Rinaldo scelse di seguire la sua vera passione: la spada... il potente Charles Lombards lo ripudiò come figlio!
Soltanto a Rinaldo importava, se Rinaldo partiva o restava, questa era la libertà e la forza della sua inseparabile spada.
Non invidiava le ricchezze e nemmeno i privilegi dei Cavalieri che fingevano di osservare i voti di povertà.
Rinaldo era come la sua spada forte, semplice e veloce.
Gli paceva osservare, ascoltare e fare delle gran bevute alla Taverna de Chanteloup.
La meta si avvicinava..., doveva esserci un modo per imbarcarsi da clandestino sulla Templaria, c'è sempre un modo...

Il cuore del Capitano della Nave Nera, era pesante come piombo, la melancolia del mare non leniva il suo dolore. Il tramonto infocato sulle isole della Galizia a nord ovest della costa Ispanica, gli gelava il sangue. Non era la stagione giusta. I forti venti che soffiano sul mar Cantabrico, alzavano onde gigantesche. Niente era giusto.
Virò la nave a cavalcioni sulle onde, planandola sulla Rias Salvada, un sentiero di acqua dolce tagliato nel mare al riparo dalla tempesta. Probabilmente un fiume sotterraneo, una via segreta alle tredici isole galiziane.
I tredici Cavalieri Templari non avevano pronunciato verbo da quando erano salpati dalla Rochelle. Il Capitano li guardò, il volto celato dal cappuccio nero, li aveva scelti prima che arrivasse l'alba di quel giorno maledetto. Erano tredici e sarebbero stati sempre tredici, sino al compimento della profezia: sei mesi, un anno, quattrocento anni, settecento anni...



699 anni fa moriva Jacque de Molay, l’ultimo Gran Maestro dei Templari. il 18 marzo 2014 scadrà l’ultimo anatema lanciato contro i suoi carnefici: la Chiesa di Roma finirà.


Una raffica di vento gonfiò le vesti dei Tredici Cavalieri, facendoli assomigliare a dei neri corvi.
« Che il Padre della Comprensione ci guidi», mormorò il Capitano davanti al canale dell'isola de San Martiño. Un riparo eccellente per nascondere "Templaria". La nave era un gioiello delle tecnica navale degli antichi marinai celtici e arabi. Templaria, era stata costruita per la navigazione nell'oceano aperto, avrebbe portato i regni d'Europa verso nuovi mondi.
Si! La vera ricchezza del Tempio è la Sapienza.
Intonarono il canto del Maestro e scesero dalla Nave Nera.


Templaria, era la nave regina della potentissima flotta dei Cavalieri Templari, ma pochi sapevano che aspetto avesse. Era più una leggenda. Si diceva che le sue vele nere fossero quadrate, tessute con una trama fitta e allo stesso tempo indistruttibile e che al riverbero del sole prendessero il colore argenteo del mercurio.
Qualcuno che ne sapeva, raccontava che sotto alle vele stavano appesi degli strani dischi di pietra blu cobalto. Nessuno sapeva a cosa servissero, ma erano manovrati dalle corde di sentina.
La nave una volta preso il largo si avvolgeva in un mantello di nebbia grigiastra prima di sparire dalla visuale. La gente diceva che la Nave Nera era apparsa dal nulla, durante una tempesta e che per un mese degli strani fuochi nel cielo le girarono attorno come fossero uccelli.
I pescatori, per spaventare i loro bambini raccontavano che quelli della ciurma, erano gli stessi diavoli, che avevan tirato su la cattedrale!
E c'era chi giurava di aver udito come il forte sibilo di un enorme serpente ogni volta che la Nave Nera appariva in mare aperto, con un gran ribollire di onde. Stà di fatto che eran davvero pochi quelli che si avventuravano per ammirarla a distanza, i più fingevano che non ci fosse!



Rinaldo si trovò di fronte le facce allocchite, dei pescatori e dei marinai che negavano ci fosse mai stata una nave come la descriveva lui. Quasi si convinse di aver fatto il viaggio a vuoto. Entrò in una bettola si caricò di vino il suo bel boccalone e si ripassò il "sogno".
Doveva esserci un indizio, qualcosa per orientarsi in fretta, ma per quanto si sforzasse di ricordare, c'era solo quel nome che gli martellava nelle tempie. Stanco, sporco, affamato, e alquanto arrabbiato Rinaldo stava per mandare tutto a quel paese, quando lo vide...
Una sensazione, un pugno al petto, eccolo la, il Cavaliere che lo aveva pugnalato.
Seduto sulla panca, nell'angolo accanto alla porta, non aveva gli stessi abiti, ma il suo istinto sbagliava raramente. Il volto di Rinaldo si illuminò, con passo tranquillo si avvicinò al tavolo del cavaliere che non alzò lo sguardo, e gli sbattè sul tavolo il pugnale...
"Questo è vostro. Riprendelo!".
Il Cavaliere preso alla sprovvista riconobbe il pugnale e mosse la mano guantata per afferrarlo. Rinaldo fu più veloce di lui: "Non così in fretta Messere... l'ultima volta me lo piantaste in corpo in cambio di qualcosa, che non ricordo cosa fosse... tanto mi ero ubriacato...".
Il Cavaliere rispose adirato e infastidito
"Come osate rivolgervi a me con tale sgarbo!? ... Non vi è più cara la vita?"
Rinaldo si accorse dal tono della voce che lo aveva incuriosito.
"Vi chiedo di ripendervi questo "amico" che dimenticaste nella mia spalla tre giorni or sono e di prendermi con voi sulla Nave Nera qualunque cosa vogliate che io...": non finì la frase, il Cavaliere si alzò di scatto e Rinaldo sentì la punta del pugnale alla sua carotide.
"Chi ve lo ha detto? Chi siete?"
Stava pensando velocemente, qualunque risposta avesse dato, era morto, lo sapeva, lo vedeva nei bagliore sinistro di quello sguardo gelido.
Disse la cosa più insensata che potesse passargli per la testa, rispose con una sola parola:
"Templaria..."
Il Cavaliere, che era di due spanne più alto di Rinaldo, lo scaraventò giù sulla sedia e avvicinando la bocca al suo orecchio gli bisbigliò:
"Jolie Rochelle !"
Poi con voce normale ordinò all'oste il miglior vino.
"Fratello, hai rischiato di morire due volte in tre giorni, cosa ti ha spinto fuori dalle mura? A quale casato appartieni ?... I legami del Tempio sono sciolti... le sante Milizie, disperse..."


Per fortuna di Rinaldo, il Cavaliere, buttò delle monete sul tavolo preparandosi ad uscire.
"Ascolterò la tua storia poi. Stanotte saremo al traino di "Colei che Splende". Seguimi!".

Rinaldo sperò ardentemente che non ci fossero altre parole di passo da pronunciare o, blasoni da onorare perchè lui non era che il figlio dello speziale, pure disconosciuto dal padre. Un bastardo per dirla in breve. Già si vedeva insalamato dentro a una rete e gettato vivo in pasto ai pesci.
Arrivarono fuori dalla Rochelle in aperta campagna, un punto molto alto, stando ai dirupi scoscesi che spaccavano la costa.
Non si vedevano navi o barche di pescatori. Guardò in cielo la Luna, nella sua fase calante... che significato aveva la frase: al traino di Colei che Splende... ?
"Cavaliere... avete visto la Luna ? E' calante!".
"Entrate in quella buca!" , ordinò il Cavaliere a Rinaldo che impallidì. "Quale?".
"La seconda... camminate avanti, non temete e fate silenzio!"
Sul fondo della buca c'erano solo sassi e selci che i cacciatori notturni di istrici utilizzavano per fare la punta alle loro lance. Il terreno inizò ad oscillare... il Cavaliere Templare diede una manata sulle scapole di Rinaldo, gettandolo con la faccia a terra. Il dolore acuto della ferita gli martellò la spalla.
Il fischio sottile, come del vento che soffia tra le canne, gli perforò l'orecchio illuminando di rosso la sua testa. Si ricordò di quella volta, da ragazzo, quando un fulmine lo centrò alla schiena, buttandolo giù da cavallo, tramortito. La stessa sensazione bruciante di un serpente di fuoco vivo che gli aveva tagliato la carne come cento lame affilate, svuotando poi tutta la sua energia dal tallone del piede sinistro.
Dato quasi per morto, lo portarono dello speziale, suo padre, che l'aveva rianimato e guarito. Zoppiacava leggermente quando cambiava il tempo o quando si avvicinava a lui una persona con cattive intenzioni.



La "cosa" che sostava come una pressa sopra alla buca, lo tirava su e giù con piccole scariche quasi piacevoli. Il suo corpo "ruotava" sopra a una corda formata da occhi luminosissimi di draghi... che lo fissavano.
Non sapeva se fosse un miraggio, ma vedeva quattro trombe marine che formavano un pauroso fronte nero all'orizzonte. Tre si unirono per formarne una gigantesca. Il dito di Dio! "Dio ti colpisce con la mano destra..." pensò Rinaldo.
Si rivide quando giocava al lancio dei dadi sulle carte proibite con i bordi dorati. Les Tarotès, così ben disegnate e misteriose, un regalo dell'Ordine Templare al popolo delle Commende perchè tutti imparassero a far di conto e a tener memoria dell'alfabeto.
L'Asso di Spade Tarotè, gli aveva rivelato una zingara indovina, era il "dito di Dio"... Rinaldo l'aveva fatto incidere in un punto nascosto sull'elsa della sua amata spada.
A la Rochelle, quella notte imperversò una delle tempeste peggiori, a memoria d'uomo.
Le navi ruppero gli ormeggi, una barriera di fitte nubi minacciose "assediarono" l'ultima commenda dei Templari. Rombi di tuoni, e lampi discoidali squarciavano le nubi, per poi sparire pulsando folgori verdastre, in un carosello di fuochi che combattevano tra loro.
Chi non era imbarcato si era rifugiato sul suolo sacro della
chiesa che sorgeva, come Notre Dame, sulle rovine di un antico tempio pagano dedicato a Giove.
I Cavalieri intonarono un canto che rasserenò gli animi già provati dalle ostilità di Clemente e del Re di Francia.
A La Rochelle non entrava e non usciva nessuno che non fosse un "fedelissimo" all'Ordine dei Templari. Ma il clima di sospetto aveva avvelenato la vita di una città che soltanto tre anni prima taluni mercanti avevano paragonata alla favolosa "Samarcanda", la città della "via della seta". Le ricchezze che si custodivano nei sotterranei segreti della Rochelle, erano tali superare lo stesso tesoro della Torre Bianca di Parigi.



Quando le tenebre ritirarono il loro volto arcigno, il cristallo azzurro del cielo si rispecchiò nel blù dell'oceano che indifferente sbatteva sugli scogli rossastri, ondate cariche di relitti. Il canto dei martelli dei mastri navali si intonava al battito delle onde e al coro gorgheggiante degli uccelli marini che si ingozzavano del pesce spiaggiato. Il lavoro era tanto e si doveva fare in fretta. Giungevano voci insistenti da Parigi che l'esercito di re Filippo stesse per mettere a ferro e fuoco la Rochelle. Desideroso di scoprire l'ingresso sotterraneo all'oro custodito nei depositi, avrebbe fatto un massacro.
Le navi dovevano salpare prima possibile. Il re, al suo arrivo, avrebbe trovato una città fantasma e, un regalo personale... Quando 14 ottobre del 1307 le spie del re, diffusero la falsa voce che De Molay era stato giustiziato.
A quella notizia, dozzina di navi della tesoreria templare, salparono insieme dalla Rochelle, con le stive ricolme di casse di "bottoni" in oro zecchino e d'argento. Altre navi erano partite due giorni prima, cariche di tutti i documenti e dei grandi tesori che erano stati ben nascosti nella Torre Bianca di Parigi.




I "bottoni d'oro" erano una moneta di modulo ampio coniata nella Zecca segreta dell'Ordine dei Templari. Avevano forma ottagonale del peso di nove grammi e dieci grammi. Su una faccia del "bottone" era incisa una stella raggiata a otto punte e sull'altro verso due cavalieri in groppa allo stesso cavallo. L'Ordine coniava anche una moneta di grandi dimensioni in argento veramente rivoluzionaria, di circa 13½ grammi, che circolò con così tanto successo che la produzione non riusciva ad esaudire le richieste. Le spese belliche per le crociate e la costante esportazione di metalli preziosi utili per pagare merci e approvvigionamenti, aveva provocato una continua svalutazione della monetazione in Europa, riducendo il contenuto in argento della moneta a meno del quattro per cento, provocando la riduzione del valore delle monete rispetto a quello iniziale.
L'oro, l'argento dei tesori accumulati in brevissimo tempo, dall'Ordine, permise ai Banchieri Templari di coniare per prova, una moneta forte, destinata ai pellegrini che andavano in Terra Santa. Ben presto l'uso dei "Bottoni Templari" si diffuse come moneta accettata ovunque per pagare spezie, seta, e altre merci esotiche dall'India e da altre regioni dell'Estremo Oriente.





Il 21 dicembre del 1306, il Gran Consiglio dell'Ordine, si era riunito nel castello del Conte di Champagne. Erano presenti i Cavalieri di tutte le famiglie regnanti d'Europa (Milites Principi), i Milites Pilates (Cavalieri Banchieri), i Milites Contemplativi (Cavalieri Monaci).
All'unanimità approvarono la destituzione del Re di Francia, colpevole di ostacolare per avidità e interesse personale lo sviluppo sociale e l'inizio dell'Era Templare, che avrebbe portato la pace con gli Ottomani e riaperto i grandi commerci con l'Orda d'Oro sino al favoloso Celeste Impero, la Cina.
Era presente il Sovrano Priore dei Milites Christi, in rappresentanza del papa, che in cuor suo non approvava la pace con gli infedeli, ed era deciso a porre fine al potere dei Templari che non tenevano più in nessun conto il giuramento di fedeltà alla Santa Chiesa.
Quello stesso mese, nel palazzo dei papi di Avignone, si discusse lo scioglimento dell'Ordine e la momentanea alleanza con Filippo, che pretese per se, una grossa quota nella gestione dell'oro e delle cariche dei Cavalieri Templari..
La sorpresa e la rapidità furono le carte vincenti che condussero alla cattura “pacifica” di De Molay e dei suoi accoliti. E sparsero la voce che era stato subito giustiziato per indurre le navi mercantili della commenda di La Rochelle a fuggire con i loro tesori, mettendosi in trappola...
La flotta del Re di Francia tese un'imboscata, catturando una dozzina di navi... i Capitani si arresero.
Svuotarono le stive delle centinaia, di casse piene d'oro... e nell'euforia, affondarono le navi con tutti i marinai.
Sebbene il bottino fosse stato favoloso, non era quello che si aspettavano ad Avignore. Clemente sapeva che era solo una goccia nell'oceano. Non avevano trovato nessun documento, all'interno del Tempio della Torre Bianca di Parigi. Dov'erano le mappe!? Dove era il luogo segretissimo della Zecca dove veniva fuso e coniato l'oro dei Templari ?
I capitani delle navi templari catturate, non avrebbero parlato, erano stati tutti trucidati nell'ordalia.
Jacques De Molay, vivo, mentre si consegnava quieto come un agnello, se la rideva della sorpresa che avrebbe fatto infuriare per mesi, anni, quella coppia di lestofanti e tutti i loro dannati alleati in Europa.
Per mettere le mani sul segreto dei Templari, si era disposti ad uccidere chiunque, con le peggiori torture.
L'ira di Filippo fù tale che garrotò personalmente centinaia di Cavalieri imprigionati, quando si accorse che il suo piano non dava i risultati auspicati.
De Moley avrebbe potuto scambiare la propria vita e quella dei suoi Cavalieri, in cambio della mappa alla città dell'oro del tempio, paragonato all'immenso tesoro di Re Salomone!
Se sperava che qualcuno dei suoi sarebbe arrivato a liberarlo, si sbaagliava. Quandanche le fila armate dei Templari, si fossero ricomposte per vendicarsi dell'affronto, mai, avrebbero trovato l'ingresso alle sale di tortura, ricavate nelle catacombe, venticinque metri al di sotto del palazzo reale.


Nel frattempo il 22 novembre 1307, Clemente V ordina ai sovrani dei vari Stati, alle autorità secolari e agli inquisitori di procedere, a suo nome, all’arresto dei Cavalieri Templari. E con ciò sottointese condonati i debiti ai regnanti d'Europa. che avessero dato prova dell'attiva collaborazione, allo sterminio degli eretici Cavalieri Templari. Un invito che pochi rifiutarono...



Condannati senza processo in Francia, i Templari non subirono ovunque la medesima sorte. Molti sovrani si impadronirono dei beni ma non toccarono i Cavalieri. In Inghilterra il Re Edoardo restituì le commende; in altre regioni i Templari furono esiliati nel chiuso di monasteri. In Lombardia, sotto la pressione dei banchieri e degli usurai, i Cavalieri furono condannati.
In Germania i Templari si presentarono armati davanti ai giudici ecclesiastici persuadendoli così della loro innocenza. In Aragona, protetti dal Re, si ritirarono nelle loro fortezze. 

CONTINUA...,

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martedì 18 giugno 2013

🌟LANCILLOTTO ARCANO VI° L'AMOROSO





“Di tutte le possibili forze distruttive nessuna è così insidiosa, pericolosa e 
onnipresente come la stupidità umana.“ cfr. G. Livraghi.



 "MISTERI TEMPLARI NEI TAROCCHI"

dal libro di Valentin Elli



Tarocchi Marsigliesi,  VI  L'AMOROSO

LA LUCE NEL CIELO




L’Arcano sesto è caratterizzato dal simbolo della Freccia
 puntata verso il basso, 
contro l’Amoroso, 
conteso in mezzo a due donne. 

Se farà la giusta scelta,
 il giovane inesperto rivelerà
se stesso, acquisendo tutti i poteri di comando e incorporazione 
dell’esercito degli Spiriti che
     costruirono il misterioso 



Tempio di Re Salomone Sancta Snctorum
Tempio della Sapienza,
di re Salomone; 
edificato con pietre, 
e poi dedicato
alla Dea Perduta, ASTRTh, 
e diverso dal Tempio, Tenda della prima alleanza biblica.




Affinché questo avvenga, l’Amoroso, dovrà rifiutare la
freccia immonda del dio Cupidine e di conseguenza il 
culto del Fallo
raffigurato dalla “colpa” della donna mondana, il fuoco
volgare, ribellandosi alla grande illusione della via sessuale
che è l’arte dell’inganno.

 L’Amoroso è un uomo-ragazzo, 
non ancora identificato con il proprio potere di riproduzione. 
Si trova in mezzo a due forze ...




Poniamoci la domanda, da dove risulta che l'Arcano Amoroso sia una rappresentazione mitica (non storica), di "Lancillotto"? 
Dal nome: Lancillotto, significa il "portatore di lancia",  per estensione l'organo sessuale maschile.

 Nella trilogia The Golden Eagle, l'AQUILA D'ORO, e pubblicata in Italia con il titolo Io, Lancillotto, di Jack Whyte., la regina Ginevra gli affibbia il soprannome latino di Hastatus, che significa LANCIERE  abbreviato in Hasta, ovvero Lancia, in inglese Lance

Perchè la  lancia non compare nel simbolo dell'Arcano sesto? 

Nel romanzo, Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley, si dice che Lancillotto, è un soprannome che significa "FRECCIA DEGLI ELFI",  il suo vero nome sarebbe Galahad...

Il ragazzo non è ancora un uomo, lo diventerà nell'arcano settimo, adesso è  "chiamato", colpito dalla vocazione (la freccia) alla Cavalleria,  non sa nemmeno la natura della freccia (aquila d'oro) che lo ha ferito.

Ci sono due nature nell'Amoroso,e due scelte possibili:

Il mondo profano o la vita del monaco guerriero!

Il Cavaliere del Tempio, pronunciava voti di castità, povertà, fedeltà. 

Lancillotto sappiamo che è appunto il "campione" della Regina Ginevra che  nelle saghe arturiane, ci viene descritto sempre combattuto tra la pulsione sessuale che lo lega a Ginevra (la "Dama", la Donna angelicata, la Sophia-Sapienza), che può brandire la Spada, come era in uso nella civiltà celtica tradizionale; e l'amore guerriero, fedele al proprio  Re e alla fratellanza d'Armi.


Per questo conflitto, mai sanato e presente  in tutti i protagonisti del ciclo arturiano, il regno implode e i Cavalieri della Tavola Rotonda si eclissano nell'oblio.


Continua con:


 Il “segreto” dell’oltremondo - Culti Stellari. 

da i "MISTERI TEMPLARI NEI TAROCCHI"

di Valentin P. Elli

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MISTERI TEMPLARI NEI TAROCCHI by Valentin P. Elli is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.





Lancillotto e Ginevra


Dai celebri giardini King’s Knot, situati in Scozia, nei pressi del Castello di Stirling, alcuni archeologi, coordinati da Stephen Digney, hanno scoperto quella che potrebbe corrispondere alla famosa tavola rotonda e svelare così i misteri che avvolgono le avvincenti storie che hanno per protagonisti Artù e i suoi cavalieri. Fonte web: http://notizie.antika.it






http://it.wikipedia.org/wiki/Lancillotto

(Cinema: In Excalibur di John Boorman (1981).



domenica 16 giugno 2013

🌠 Invenzioni Templari che hanno cambiato il mondo!

Se pensate che la cultura che abbiamo imparato a scuola, sia sufficente per spiegarci la fine dell'Ordine dei Cavalieri Templari e il decadimento di questa società post-industriale, dobbiamo dirvelo: state dormendo!

Il mondo che conosciamo stà crollando, siamo nel tempo dell'anti-uomo.

Diamo alla parola "UOMO" il significato di,  LIBERO, di NOBILE
e quindi, ciò che è contrario all'uomo è la condizione dello  "schiavo".

Il cambiamento esiste, e non da ora.

Studiando gli arcani abbiamo trovato il progetto di un  cambiamento, di crescita verso la libertà, portato in Europa dai Cavalieri Templari, lo stesso giorno del ritrovamento del tesoro nelle segrete del
Tempio di Re Salomone, a Gerusalemme.
Non stiamo a raccontarvi tutta la storia, la troverete accennata nel libro
e anche nel nostro video Youtube, qui.




Quello che vorremmo dirvi, è un'altra cosa, e riguarda l'uso che fate degli Arcani.
Siate consapevoli che state "usando" uno strumento ideato dai Templari per "istruire" e "cambiare"
una società di schiavi. Schiavi, non soltanto perchè erano quasi tutti analfabeti,
e vivevano nell'abbrutimento totale, ma sopratutto

schiavi nell'Anima!
Perchè questo libro sugli Arcani, parla dei misteri dei Templari ?

Perchè furono i Templari gli ideatori di questo metodo di "risveglio", o come diremmo oggi,
di "channelling", canalizzazione delle energie, di CONTATTISMO.

Qualcosa come la pubblicità dei mass media..
Come i messaggi subliminali inseriti nelle immagini di un film.
Gli Arcani dei Tarocchi, sono un sistema aureo di formazione del pensiero ordinato, 
accessibili a chiunque, principe o schiavo, colto o analfabeta.
Due invenzioni dei Templari hanno cambiato il mondo: gli assegni e gli Arcani dei Tarocchi.
Le cattedrali gotiche, non hanno cambiato il mondo, sono state disattivate prima. 
La scoperta delle Americhe non la consideriamo nemmeno.
Abbiamo fatto conferenze per spiegare il nesso storico ed esoterico
 tra il simbolismo degli Arcani marsigliesi e il linguaggio parlato all'epoca dei Templari,
 ma non avrebbe senso se non riusciremo a cambiare la vostra visione del mondo.
Il simbolismo negli Arcani è un percorso di risveglio, oggi più che mai necessario.

Namastè

MISTERI TEMPLARI NEI TAROCCHI
di Valentin P. Elli







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martedì 11 giugno 2013

🌛 Cosa deve fare un Cartomante


 
 "Una cartomante o un cartomante deve fare solo quello e null’altro, un cartomante interpreta dei segni, ti aiuta a capire dei comportamenti, ti aiuta a pensare. 

Questa è la cartomanzia, al limite potrà avere un pendolino, o qualsiasi altra forma di interpretazione,  sempre allo scopo finale: capire." <supereva.it>



Sicuramente una buona definizione del mestiere di cartomante,  che sembra presa direttamente da qualche testo medioevale, quando il "popolo" era tutto analfabeta o quasi.

Conosco tanta gente che non possono più ad aprire un mazzo di Tarocchi, o di Sibille,  perchè
se ci provano, la confusione gli gira in testa come una nebbia grigia.

Eppure erano "veri cartomanti", con buone qualità  intuitive e  di veggenza. Poi un giorno, il buio, off !

Cosa è successo ?

Quando mi rivolgono questa domanda, chiedo:
-hai avuto un insegnante?
-hai letto libri di cartomanzia,?
-sai cosa è la divinazione esoterica?
-e la differenza tra divinazione e cartomanzia?

Le risposte sono:
"ho iniziato per gioco... ho fatto pratica con gli amici... ho letto uno o due libri di cartomanzia... preferisco affidarmi all'istinto... non so cosa sia la Divinazione Esoterica... Non so la differenza tra cartomanzia e divinazione..."

Immagino che se stai leggendo questo articolo, sai già quanto sia facile,  passare dall'entusiasmo quasi maniacale  di leggere la cartomanzia, alla calma piatta e poi alla confusione.

OGGI  E'  POSSIBILE  STUDIARE  A LIVELLI DI ECCELLENZA

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MISTERI TEMPLARI NEI TAROCCHI di Valentin P. Elli






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MISTERI TEMPLARI NEI TAROCCHI by Valentin P. Elli is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License. Esiste un solo modo per non perdersi, studiare e  qualificarsi a livelli di eccellenza,

Per informazioni invia E.mail qui

lunedì 10 giugno 2013

🐲 VERBO - PAROLA - ENERGIA

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di Valenti P. Elli

DIVINAZIONE

VERBO - PAROLA - ENERGIA

 

La Divinazione corrisponde  all'Arte Poetica  

del  VATE, del PROFETA che ASCOLTA 

il

VERBO - PAROLA - ENERGIA



 

"LA DIVINAZIONE ESOTERICA è 

l'ARTE DELLA PAROLA 

 ESPRESSA IN SIMBOLI UNIVERSALI. "


Come spiegato nel libro, la divinazione si propone di nutrimento  allo Spirito templare,  che "vede" oltre il piano umano e al di là del quotidiano

Sappiate che il libro Misteri Templari nei Tarocchi
 è già di per se stesso un'opera completa,
vitalizzato dalle fortissime linee spirituali 
dell'Autrice.

I Maestri Invisibili
ESISTONO !

Raramente si manifestano al di fuori degli 
Ordini iniziatici di appartenenza...
 Questo non impedisce alla Presenza, alla 
 "Potenza Spirituale"
di manifestarsi 
laddove ci siano i presupposti, 

Nessun maestro, nessun santone,
 potrà mai obbligare lo "Spirito"
a scendere, a manifestarsi
in questo o quel simbolo, o Cerchio, 
o spazio sacro !

La 

POTENZA SPIRITUALE 

é da sempre e per sempre

LIBERA da COSTRIZIONI !


E' vero !!
 lo potete vedere nei luoghi di culto,
nelle associazioni, nelle logge, nelle sette
che si, ci offrono tante belle cose ma
purtroppo sono luoghi tristi e

V U O T I !



Non siamo interessati ai vostri soldi !
Neppure al vostro plauso. 

Se avete già scelto il percorso  adatto alla vostra crescita, seguitelo e siate felici. Diceva qualcuno, che ogni pecora riconosce il proprio pastore e lo segue ! Non vi diremo di cambiare gregge, di credere o di non credere. Gli unici responsabili della vostra Anima, siete voi stessi. Non abbiamo niente da dimostrarvi. 
V.P.E. è Energia Spirituale, non è ne buona, ne cattiva.
Se V.P.E. fosse una città, sarebbe cosmopolita!

 

La  

PRESENZA SPIRITUALE,

quando decide di scendere... forma

quel BALSAMO MIRACOLOSO per il corpo, 

 quella  RUGIADA alchemica che cambia la vita, 

dal buio e freddo inverno, al mattino di primavera.

 

LA SENTI IN TUTTO IL TUO ESSERE

 TI SCUOTE, TI DISSETA l'ANIMA, 

TI RIGENERA 

le cellule dall'interno.



Istruiti 
alla Scuola Egizia del  
grande Cophto (Cagliostro),
e al moderno ragionamento Quantico abbiamo chiamato la Presenza Spirituale 
del nostro lavoro:

V.P.E.

VERBO - PAROLA - ENERGIA

E' questa Energia che vi insegnerà 
a riconoscere, ad usare
il linguaggio dei simboli 
(non soltanto degli Arcani).
Vi servirà nella pratica, per difendervi 
dalle basse vibrazioni dell'ambiente,
e per formare un vostro

 CARATTERE SPIRITUALE

FORTE e CONSAPEVOLE 

capace di fare la differenza in qualsiasi 
campo vorrete esprimervi.

 Namastè






Per approfondire, iscriversi ai nostri seminari.



Divinazione Esoterica CORSO


Per organizzare seminari/conferenze nella vostra città, inviate e.mail.




Il libro pgg.354

MISTERI TEMPLARI NEI TAROCCHI 

di Valentin P. Elli








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sabato 8 giugno 2013

🌿L'Alambicco nei Tarocchi Solve et Coagula

L'ALAMBICCO NEI TAROCCHI



Buongiorno cari amici lettori,

 per l'affetto e il sostegno che ci state dando, GRAZIE! Cerchiamo di crescere insieme, nella via  spirituale indicata dagli Arcani.

Oggi vogliamo aggiungere qualcosa al post
 "Portare in vita i simboli dei Tarocchi con il suono",
precisamente il significato di Solve et Coagula nell'Alchimia e nei Tarocchi.

Tenteremo di dare una spiegazione comprensibile anche a coloro che si avvicinano per la prima volta all'Esoterismo dei Tarocchi.

Il linguaggio ermetico, alchemico e tartotiano condivide il simbolo, ovvero alcune parole abbinate a una immagine, sono state utilizzate per nasconderne delle altre, quelle vere.

Un sistema criptato comprensibile soltanto alle corporazioni di mestiere (Trovatori, Templari, Rosacroce, ecc.).

Ricordate a questo punto, il romanzo di Dan Brown sul codice di Leonardo da Vinci ?

Ecco, una cosa è leggere un romanzo, altro è lo studio esoterico del simbolo.

L'esoterista per dichiararsi tale, deve avere un bagaglio culturale a 360°, che non si improvvisa da un un giorno all'altro.




Non vogliamo annoiarvi, vi diamo qualcosadi semplice per iniziare:
abbinate alla parola SOLVE l'azione di fare scongelare qualcosa, e pensate all'Arcano zero, Il Matto, dei Tarocchi, un vero "fermento" naturale.

Dai piccoli gesti quotidiani si inizia a vedere con nuovi occhi.

Se avete letto il nostro libro "Misteri Templari nei Tarocchi", avete già intuito il tracciato.

Quindi pensate alla parola COAGULA e immaginate di mettere del lievito nella pasta da pane, o fate addensare senza lievito,  ... quando farete questo pane, visualizzate l'Arcano XXI Il Mondo, la donna che danza dentro all'ovale con i simboli dei quattro elementi che le fanno da cornice.



Gli Alchimisti chiamavano l'oggetto di questo lavoro:  "acqua che non bagna le mani, pietra, elixir, graal.."
noi possiamo tranquillamente lavorare sugli Arcani Minori e Maggiori, come un viaggiatore che scelga di slegarsi dal gruppo, per esplorare un sentiero che non troverà mai nelle guide turistiche...


Namastè




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Ama la mutazione. Entusiasmati per la fiamma
in cui si sottrae una cosa che anela a trasformarsi ;
lo spirito foggiatore che governa la terra nulla ama,
nel moto delle figura, quanto il punto di svolta.
 
Chi si rinserra nel suo stato è già pietrificato ;
forse si sente al sicuro riparato dal grigiore e dall’opacità ?
Attendi - qualcosa di durissimo ammonisce da lontano ciò che è già duro.
Ahimé - un martello invisibile sta per alzarsi.
 
Chi continuo scorre come sorgente appartiene alla Conoscenza
che lo guida estasiato attraverso l’opera gioiosa
per la quale spesso l’inizio è fine e fine l’inizio.
 
Ogni felice spazio che percorriamo attoniti è figlio
e nipote della separazione. E Dafne trasmutata,
sentendosi alloro, brama che tu in vento ti muti.

 “alchimia spirituale”,  poesie di Rainer Maria Rilke



RIBELLI e LIBERI dal Controllo Mentale

Sottotitoli del video Eccoci, eccoci - inizio questa registrazione presentandovi il libro Techno stregoneria demoni del controllo mentale -s...