giovedì 30 maggio 2013

Il Re Testa-Di-Cane XVIII ARCANO



Il Re Testa-Di-Cane

 

 Pag. 304 Misteri Templari nei Tarocchi


Il cane, nella tradizione nordica, sotto le cui spoglie si cela il dio Odino (arcano il Matto), è da sempre legato alla Magia Lunare, al culto dei morti, e al dio Mercurio (arcano il Giocoliere).

Rappresenta la forza elettromagnetica dell’istinto (sessuale) a vivere in branco, per imparare i benefici della disciplina. Il potere di comando del “capobranco” non esisterebbe senza la disciplina del branco.

 I cani tarotiani rappresentano il carattere vittorioso del Principe Civilizzatore, il Signore del Tempo che abbiamo visto condurre il Carro nel settimo arcano, ma sono anche il rovescio della medaglia... 

Il sangue passionale del cane può manifestarsi all’improvviso come furia, travolgendo, distruggendo e divorando in un attimo quello stesso “branco”, che poco prima aveva condotto alla luce della civiltà.

L’arcano della Luna è il Cane condottiero del “non-morto”, il defunto che risiede nella torre funeraria, o nel tumulo. E’ importante capire bene questo antico concetto tipico delle maggiori civiltà guerriere. 

Il cavaliere, l’iniziato, il cesare (capo) che guadagnava alle legioni (branco) e al popolo (gregge), vittoria, benessere e pace, era un glorificato, il non-morto!        


Questi uomini speciali come ricorda Otto Hoefler, erano guerrieri mascherati con pelli di animali associati al culto di Odino nella sua trasmutazione canina e non trasformazione come avviene al licantropo, uomo-lupo e
al vampiro, pipistrello (arcano dodicesimo) dalla testa canina.
Il non-morto era un Hong Hundhoved, che significa...


 

ARCANO XVIII LA LUNA

LO STAGNO DELLA LUNA BLU

... Nel diciottesimo Arcano Maggiore vediamo disegnato la faccia della LUNA blu che sovrasta i simboli della Torre, del Cane/Lupo, del  Gambero/Granchio nello specchio d’acqua stagnante.

La Luna è solitamente associata a una deità dell’acqua che a volte prende la forma di un granchio, o aragosta, che era uno degli spiriti muratori che lavorarono alla costruzione del tempio di Salomone; mitiche creature anfibie che diedero assistenza agli Antenati primordiali. Luna blu è il nome con cui, anticamente si chiamava la terza  Luna piena in una stagione che ne contiene quattro... pag:302



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di Valentin P. Elli

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Tarocchi TEMPLARISMO l’immaginazione XVIII arcano

XVIII Arcano

 

TEMPLARISMO l’immaginazione

 

Il simbolo della Luna è presente nel Tempio massonico sta all’Oriente, alla sinistra del Maestro Venerabile.

Simboleggia l’immaginazione, che riveste le idee di una forma appropriata, come
nella magia sessuale.

Rappresenta inoltre la comprensione e la femminilità passiva.

I Lavori di Loggia si chiudono a Mezzanotte, quando la Luna è al Nadir, momento in cui si suppone che irradi il suo massimo splendore, che si propaga ad illuminare lo spirito
del Libero Muratore, istigandone la spiritualità e la volontà di ... pag.307


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Tarocchi ARCANO XVIII LA LUNA DIVINAZIONE ESOTERICA il potere della mente

ARCANO XVIII LA LUNA

DIVINAZIONE ESOTERICA il potere della mente

 

I significati di questo arcano si rintracciano nel simbolo proprio

alla lama: come la luna irradia la sua luce per lo stato di essere

esposta ai raggi del sole, così bisogna intendere l’arcano nel senso

di chiarore, ogni specie di effusione luminosa, da cui: lo stato di

essere esposto ai raggi del sole, di essere alterato, arido, secco.

Tutto ciò che è chiaro, sereno, raggiante, sano, integro, rettificato,

ecc. Poiché la luce lunare allunga le ombre sulla terra, si estendono

i significati come: un’opposizione nascosta, dissimulata, un

artificio, un’insidia, una finzione; un avversario violento, un nemico, un rivale. La Saggezza, Amore, Amicizia e nel suo aspetto opposto i Nemici Occulti. L’Istinto Sessuale, l’Istinto Erotico,

l’Auto-sviluppo, la Coscienza ed il Potere. All’arcano n° 18: La Luna, compete tutto ciò che è vagante, flaccido, molle, automatico;

tutto ciò che cola come l’acqua, che straripa e che necessita di

un “argine”, di un punto di “contenimento”. L’azione di seguire il pelo dell’acqua, di nuotare, di galleggiare, di sopravvivere.

Negativamente caratterizza una collera concentrata, un rancore, ciò che è sordido, tenace, ottuso. Un legame indissolubile, che

...pag.306

 Ricordate che il XVIII arcano non tollera il tradimento, pena
la morte, la dannazione.
E’ il guardiano delle fontane, delle paludi, delle sorgenti e,
non può fare nulla senza l’acqua. 

Rappresenta l’informazione,
la scuola, la pratica della medicina e lo sciamanesimo.

 I luoghi
preposti all’arcano della Luna, sono: antri e caverne; ogni luogo
profondo e oscuro. 

L’attività sottoposta all’arcano riguarda il
campo energetico, motori, ambasciatori, delegazioni, marinai,
subacquei. 

Le lunazioni, il ciclo del tempo, la mente e il
subconscio, l’ombra dei corpi, la tessitura.

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martedì 28 maggio 2013

QUATTRO DI BASTONI simbolismo del 4

     QUATTRO DI BASTONI  simbolismo  del 4

 
      
L’industriosità    
di questo arcano minore si paragona
saranno raccolti dal singolo, bensì dalla comunità.

Il quattro di bastoni è un arcano di sfruttamento di duro lavoro, sopratutto manuale, di mestiere.

L’attività intellettuale è piuttosto scarsa, organizza, ma non elabora, non produce idee nuove, tende a fossilizzarsi in quello che opera.

L’arcano si riferisce all’attività agricola, allo sfruttamento
del suolo e ai mestieri dal compenso inadeguato e incerto.

Quattro di bastoni + sette di denari = rivela un guadagno
ricavato da terreni o da altri beni immobili.

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FONTE web


Quatre de Chiffre - Rene Guénon



tratto da Guenon Simboli della Scienza Sacra

Fra gli antichi marchi corporativi ce n'è uno di carattere particolarmente enigmatico: è quello cui si dà il nome di “quatre de chiffre”, perché ha infatti la forma della cifra 4, alla quale si aggiungono spesso alcune linee supplementari, orizzontali o verticali, e che in genere si combina sia con vari altri simboli sia con lettere o monogrammi per formare un insieme complesso in cui occupa sempre la parte superiore. Questo segno era comune a un gran numero di corporazioni, se non a tutte, e non sappiamo perché uno scrittore occultista, che per giunta ne attribuisce del tutto gratuitamente l'origine ai Catari, abbia di recente preteso
che esso appartenesse esclusivamente a una «società segreta» di tipografi e di librai; è esatto che esso si trova in molti marchi tipografici, ma non è meno frequente fra i tagliapietre, fra i pittori di vetrate, fra gli arazzieri, per citare solo alcuni esempi che bastano a mostrare come tale opinione sia insostenibile. È stato anche notato che alcuni privati o famiglie avevano fatto riprodurre questo segno sulle loro case, sulle loro lapidi o sui loro blasoni; ma qui, in certi casi, nulla prova che non lo si debba attribuire all'opera di un tagliapietre piuttosto che al proprietario in persona, e, negli altri, si tratta certamente di personaggi uniti da qualche legame, talvolta ereditario, a determinate corporazioni [Altrove abbiamo accennato a legami del genere a proposito dei massoni
«accettati» (Aperçus sur l'Initiation, cap. XXIX)]. Comunque sia, non c'è dubbio che il segno in questione ha carattere corporativo ed è in relazione diretta con le iniziazioni di mestiere; anzi, a giudicare dall'uso che ne viene fatto, è proprio il caso di pensare che fosse essenzialmente un marchio del grado di maestro. In quanto al significato del “quatre de chiffre”, che è ciò che a noi evidentemente interessa di più, gli autori che ne hanno parlato sono lungi dall'essere tutti d'accordo, tanto più che sembrano in genere ignorare che un simbolo può benissimo essere
realmente suscettibile di parecchie interpretazioni differenti, ma che non si escludono per nulla. Questo fatto non deve minimamente stupire, qualunque cosa ne pensino coloro che si attengono strettamente a un punto di vista profano, poiché non solo la molteplicità dei significati è, generalmente parlando, inerente al simbolismo stesso, ma, oltre a ciò, in questo caso come in molti altri, può esserci sovrapposizione e anche fusione di parecchi simboli in uno solo. W. Deonna, cui capitò una volta di citare il “quatre de chiffre” tra altri simboli che figuravano su antiche armi [Armes avec motifs astrologiques et talismaniques, nella «Revue de l’Histoire des Religions”, luglio-ottobre 1924], nel parlare in tale occasione, d'altronde abbastanza sommariamente, dell'origine e del significato di questo marchio, accennò all'opinione secondo la quale esso rappresenta quello che egli chiama piuttosto bizzarramente «il valore mistico della cifra 4»; senza respingere del tutto tale interpretazione, egli ne preferisce comunque un'altra, e suppone «che si tratti di un segno astrologico», quello di Giove. Quest'ultimo presenta effettivamente nel suo aspetto generale una somiglianza con la cifra 4; ed è anche certo che l'uso di questo segno può avere qualche rapporto con l'idea di «maestria»; ma, malgrado questo, pensiamo, contrariamente al parere di Deonna, che si tratti solo di un'associazione secondaria che, per quanto legittima [Troviamo d'altronde un altro caso della stessa associazione del simbolismo di Giove a quello del quaternario nella quarta lama dei Tarocchi], non fa altro che aggiungersi al significato primo e principale del simbolo.
Non ci pare discutibile, infatti, che si tratti anzitutto di un simbolo quaternario, non tanto a causa della sua somiglianza con la cifra 4, che potrebbe in definitiva essere solo in certo modo «avventizia», quanto per un'altra ragione più decisiva: la cifra 4, in tutti i marchi in cui figura, ha una forma che è esattamente quella di una croce in cui l'estremità superiore del braccio verticale e una delle estremità del braccio orizzontale sono unite da una linea obliqua; ora, non si può contestare che la croce, senza pregiudizio di tutti gli altri suoi significati, sia essenzialmente un simbolo del quaternario [La croce rappresenta l'aspetto «dinamico» del quaternario, mentre il quadrato ne rappresenta l'aspetto «statico»]. Un'ulteriore conferma di questa interpretazione viene dal fatto che vi sono dei casi in cui il “quatre de chiffre” in associazione con altri simboli occupa palesemente il posto tenuto dalla croce in altre raffigurazioni più comuni che per tutto il resto sarebbero identiche; così è in particolare quando si trova il “quatre de chiffre” nella figura del «globo del Mondo», o anche quando esso sormonta un cuore, come avviene frequentemente soprattutto nei marchi tipografici [Il cuore sormontato da una croce è naturalmente nell'iconografia cristiana la rappresentazione del «Sacro Cuore», che d'altronde dal punto di vista simbolico è un'immagine del «Cuore del Mondo»; si deve osservare che, siccome lo schema geometrico del cuore è un triangolo con la punta diretta verso il basso, quello del simbolo intero non è altro che il simbolo alchimistico dello zolfo in posizione rovesciata, che rappresenta il compimento della «Grande Opera»]. Non è tutto, anzi c'è qualcosa che non è forse meno importante, per quanto Deonna si sia rifiutato di ammetterlo: nell'articolo a cui ci siamo riferiti sopra, dopo aver segnalato che si è voluto «far derivare questo marchio dal monogramma costantiniano, già liberamente interpretato e deformato nei documenti merovingi e carolingi» [Bisognerebbe d'altronde aver cura di distinguere fra
le deformazioni accidentali, dovute all’incomprensione dei simboli, e le deformazioni intenzionali e significative] egli dice che «tale ipotesi appare del tutto arbitraria» e che «nessuna analogia la impone». Siamo ben lungi dall'essere d'accordo; del resto è strano constatare come fra gli esempi riprodotti dallo stesso Deonna ce ne siano due che rappresentano il monogramma di Cristo completo, in cui la P è puramente e semplicemente sostituita dal “quatre de chiffre”; questo non avrebbe almeno dovuto consigliarlo a una maggiore prudenza? C'è anche da notare che si trovano indifferentemente due orientazioni opposte del “quatre de chiffre” [Diciamo indifferentemente, ma può darsi che ciò corrispondesse a qualche differenza di riti o di corporazioni; aggiungiamo incidentalmente a questo proposito che anche se la presenza di un segno quaternario nei marchi indicasse il possesso del quarto grado di un'organizzazione iniziatica, il che non è impossibile per quanto sia senz'altro difficile a stabilirsi, questo non modificherebbe evidentemente in nulla il valore inerente a tale segno]; ora, quando è volto a destra invece di essere volto a sinistra secondo la normale posizione della cifra 4, esso presenta una somiglianza particolarmente notevole con la P. Abbiamo già spiegato [Les symboles de l'analogie (qui sopra, come cap. 50)] come vadano distinti il monogramma semplice e quello detto «costantiniano»: il primo è composto da sei raggi opposti a due a due a partire da un centro, cioè da tre diametri, uno verticale e gli altri due obliqui, e come «Monogramma di Cristo» lo si considera formato dall'unione delle due lettere greche I e X; il secondo, che allo stesso modo unisce le due lettere X e P ne deriva immediatamente grazie all'aggiunta, sulla parte superiore del diametro verticale, di un “occhiello” destinato a trasformare la I in P ma che ha anche altri significati, e si presenta del resto in parecchie forme diverse [Abbiamo accennato al caso in cui l’“occhiello» della P prende la forma propria al simbolo egiziano della «treccia di Horus»; in questo caso, la P ha contemporaneamente una somiglianza particolarmente chiara con certi aghi «preistorici» che, come ha segnalato Coomaraswamy, invece di essere perforati, come avverrà più tardi, erano semplicemente incurvati a un'estremità, in modo da formare una specie di fibbia attraverso la quale si passava il filo (si veda Le «trou de l'aiguille» (qui sopra, come cap. 55)]. Ciò rende ancora meno sorprendente la sua sostituzione con il “quatre de chiffre”, che è in definitiva solo una ulteriore variante [A proposito del Monogramma «costantiniano» di Cristo, segnaleremo che l'unione delle iniziali delle quattro parole dell'iscrizione “In hoc signo vinces” che lo accompagna dà IHSV, cioè il nome di Gesù; questo fatto sembra passare generalmente inosservato, ma è espressamente indicato nel simbolismo dell'«Ordine della Croce Rossa di Roma e di Costantino», che è un “side-degree”, cioè un «annesso» agli alti gradi della massoneria inglese]. Tutto ciò d'altronde diventa chiaro se si osserva che la linea verticale nel monogramma di Cristo come nel “quatre de chiffre” è in realtà una figura dell’»Asse del Mondo»; al suo vertice, l’“occhiello» della P è, come l’»occhio» dell'ago, un simbolo della «porta stretta»; e, per quanto riguarda il“quatre de chiffre”, basta ricordarsi del suo rapporto con la croce e del carattere ugualmente «assiale» di quest'ultima, e considerare inoltre che l'aggiunta della linea obliqua che completa la figura congiungendo le estremità dei due bracci della croce, e chiudendo così uno dei suoi angoli, collega ingegnosamente al significato quaternario, che non esiste nel caso del monogramma di Cristo, lo stesso simbolismo della «porta stretta»; e si dovrà riconoscere che in questo fatto c'è qualcosa che si addice perfettamente a un marchio del grado di maestro.

TAROCCHI ARCANI MINORI SEME DI SPADE

SIMBOLO DEL SEME DI SPADE: 

 

lama a doppio taglio



Il Simbolo della Spada nel pensiero tradizionale rappresenta
la forza della volontà espressa per mezzo della parola. Facoltà
del potere creativo e insieme distruttivo, del suono-verbo-parola
divina. Abbinando la Spada all’elemento FUOCO possiamo
cogliere il significato simbolico considerando il potere che
l’uomo ha di maledire, ingiuriare, attraverso la forza bruciante
della PAROLA PENSIERO, oppure al potere di benedire grazie
alla LUCE di un intelletto rischiarato dallo spirito.
Queste due possibilità vengono trasposte nel simbolo
della LAMA A DOPPIO TAGLIO della Spada; è la qualità
propria all’elemento FUOCO, di bruciare e di illuminare.
Nell’interpretazione divinatoria, i Semi di Spade vengono
associati all’aspetto negativo del vivere quotidiano, agli ostacoli,
pene, nemici, ecc.
 Tutti fattori individuali o ambientali che
impegnano l’uomo nella vita, sui quali si vorrebbe sempre
vincere.  Sarebbe tuttavia corretto interpretare questi semi di spade
come un aspetto qualitativo della vita, considerando l’assioma: il
valore di un uomo si misura dalla forza del suo nemico.

I Semi di  Spade acquistano valore negativo quando vi è paura, incapacità  di affrontare le sfide.







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OPUS ARCANORUM TAROTÈ TEMPLARIS

 

OPUS ARCANORUM
 

TAROTÈ TEMPLARIS

 

Divinazione degli elementi 

fuoco, aria, acqua, terra nei 

4 semi 

 

 

• I Semi di Spade associati al fuoco, descrivono l’Intelletto
superiore, lo spirito, un’arma a doppio taglio; la fiamma
che produce luce e calore.


• I Semi di Bastoni elemento aria, raffigurano la facoltà del
movimento, del moto, del ritmo, della parola organizzata.
Il calore espresso nella vitalità animale, come il sangue, il
temperamento sanguigno, linfatico, bilioso, melanconico,
ecc.


• Le Coppe delle Regine sono l’acqua della fertilità, gli umori
del corpo rappresentano la sensitività, l’immaginazione, la
medianicità. Le Coppe simboleggiano la soglia attraverso
la quale l’esteriore penetra nell’interiore... non sempre
gradito. Le Coppe possono facilmente venire invase.


• I Semi di denari Associati alla terra, e alla Fanteria,
rappresentano il mondo spaziale, la linea su cui ci si muove,
dove si poggiano i piedi. Il campo di gioco o di battaglia
dove si è in prima linea.


A questo punto possiamo definire i caratteri dei quattro
semi come quattro direttive dell’essere, o quattro mondi che
entreranno in relazione d’interscambio, attraverso il valore dato dalla numerazione.



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 MISTERI TEMPLARI NEI TAROCCHI 

di Valentin P. Elli








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Come i Templari comunicavano con gli Alieni


Tarocchi, ultima espressione templare

Occultamento dell’Ordine dei Templari  


 Forse non è un caso che sì abbiano notizie sui Tarocchi, proprio nei paesi di lingua latina e nessun riferimento “anteriore”, in altri luoghi. Intorno all’anno mille si fa menzione di “paginas”, di “ludus cartarum”, di “tarocchi”.

  • Da non sottovalutare che nello stesso periodo vi furono anche dei 

“conservatori del linguaggio”,


 i Trovatori di lingua d’Oil e d’Oc;

preludio all’inizio della decadenza spirituale in occidente, e dell’occultamento dell’Ordine dei Templari (sec.XIV), finita apponendo una lastra tombale sull’alfabetizzazione mediata dal Simbolo

Abbiamo rilevato un altro fattore importante ed innegabile; i Tarocchi, come l’ultima espressione templare, attraversarono il buio dei secoli, gelosamente custoditi e trasmessi da un popolino analfabeta, superando i capricci delle mode spesso devianti, intellettuali e mistiche, del tempo volgare.
  •  La mente essenzialmente intuitiva del popolino si trovò senza dubbio a proprio agio nell’uso delle paginas che richiedono concentrazione visiva, cioè chiaroveggenza.

  •  L‘impiego “divinatorio” se non fu contemporaneo del gioco, non dovette comunque farsi attendere molto. 

  • Gli Arcani Maggiori, quando furono volutamente e, sapientemente ri-velati, nel mazzo dei ludus cartarum trovarono un immediato e naturale mezzo espressivo così come trovarono garanzia di vitalità, nella memoria di un popolino si, analfabeta, ma arguto che li conservò semplicemente, pur senza saperseli spiegare. 


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RIBELLI e LIBERI dal Controllo Mentale

Sottotitoli del video Eccoci, eccoci - inizio questa registrazione presentandovi il libro Techno stregoneria demoni del controllo mentale -s...