Le parole di potere sono il motivo d'essere dei popoli antichi. Il canto sacro eleva lo spirito, fa parte della nostra tecnica Mer.ka.ba, semplice e molto diretta per sciogliere le convinzioni fisse della mente e tornare a pensare liberamente. Si, si applica anche nella meditazione con gli Arcani Maggiori.
Per iniziare la vostra meditazione con gli Arcani, leggete prima: MISTERI TEMPLARI NEI TAROCCHI di Valentin P. Elli
La prima (la cartomanzia...), è una dote innata dell’indovinare e la seconda (la divinazione...), è un talento che deve essere prima estratto, come un sasso dalla miniera e
poi, molto ben lavorato, perché abbia la luce del diamante.
L’oro dei
saggi, si offrirà all’operatore della Divinazione, se avrà indossato la
corazza marziale del settimo Arcano, il Carro, cioè parlerà con gli
occhi dello spirito!
La condensazione del Soffio si raccoglie nel
sepolcro dell’orecchio interiore durante lamanipolazione degli Arcani, ma non potrà essere in alcun modousato se l’operatore avrà conservato il calore intenso, del pensiero caotico, non si avrà quella sublimazione che aprirà la bocca del Drago Tarotiano.
ARCANO MAGGIORE XI LA FORZA
ARCANO MAGGIORE VII IL CARRO
L’Arcano settimo (VII Il Carro) e l’Arcano undicesimo (XI La Forza, da rosis=forza), invitano ad usare la Forza mentale dell’ascolto interiore, elemento indispensabile della DivinazioneTAROTIANA.
Dal libro: Misteri Templari nei Tarocchi
di Valentin P. Elli
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si fonda su
pochi principi, le parole che il divinatore vede e sente, non devono mai
cedere alla tentazione del falso, anche se è a fin di bene. La
divinazione è puro distillato fuori dalla tecnica razionale, fluisce
secondo l’antica regola della profezia: non pensare a quello che dirai,
apri la bocca e fai parlare lo spirito, il drago tarotiano. L’antico
metodo riservato alle nobili caste, che accompagnava al Guardiano della
Soglia, è superato dal ritmo che avrai assimilato studiando il Templar Tarotè, agirà per risonanza nel cervello diviso. Aprendo il Palazzo dell’Imperatrice e dell’Imperatore, la mente dell’altro risponderà, accordandosi alle tue parole veggenti. pag.15
La
divinazione tarotiana, visualizza nella parola la forma di un grande
serpente-drago, conchiuso negli Arcani, parola dalla triplice essenza
trasmessa chiara e completa, al cuore del divinatore.
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Il graal tarotiano dimora inabissato nel regno oscuro degli arcani, è necessario conoscere i simboli, entrarci dentro come la lama della mitica Excalibur, la spada nella roccia. Perché il regno sia restaurato, e con esso il potere divinatorio, occorrerà estrarre dall’arcano (pietra) il significato del Nome, e la conoscenza della sua nephelè, la Griphè.
Continuando la tessitura dei simboli, separando la luce dalle tenebre (...il pettine-aratro-divino), si formerà la vostra Spada (verbo), capace di risvegliare il morto, il muto, il Matto.
Il divinatore tarotiano seguirà un percorso iniziatico,
come il Cavaliere della Tavola Rotonda nella saga arturiana;
studiando gli arcani, inizierà ad agire nella foresta mortifera del
proprio caos interiore, alla ricerca della parola perduta, il graal,
ancora senza nome. Egli è adesso un re folle, addormentato, come
morto, è solo un sogno, un’idea germe, un pensiero incompiuto,
il suo colore è un verde opaco.
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